lunedì 27 febbraio 2012

Catwomen ovvero: donne con gatto :-)


Si parla spesso, e devo dire con una nota fastidiosamente sarcastica, delle donne con gatti. direi che nella classifica delle più temibili tipologie femminili per i maschietti circa40enni la donna-single-con-gatto venga subito dopo la donna-single-in-carriere e un pelino prima della donna-single-da-anni.
Non ho mai capito se sia più il gatto in sé, con la sua natura misteriosa, ad intimorire il maschio o se sia il rapporto donna-gatto a creare nell'uomo la sindrome da terzo incomodo e subito dopo uno strano senso di inadeguatezza. È chiaro che il gatto non ci vede come "padroni" bensì come genitori. E, proprio come per un figlio, un estraneo che si avvicina alla mamma è oggetto di attenta analisi e giudizio impietoso. Il "corteggiatore" umano credo percepisca, a livello inconscio, questa spada di Damocle che pende sul rapporto nascente tra lui e la sua corteggiata. Conosco un gatto che aggrediva sistematicamente i pretendenti della sua amata mamma da dietro il divano. alla fine, chi ha resistito ai ripetuti graffi sulla nuca è colui che tuttora sta con la mia amica. Ma senza arrivare a questi estremi, noto che anche il mio gattone di 9 kg ha sempre ponderato attentamente le mie frequentazioni, mostrando con sfacciataggine assoluta le sue simpatie verso l'uno o l'altro - senza che io peraltro capissi secondo quali criteri. Non so se il suo giudizio abbia condizionato il mio, voglio pensare che non sia così, ma già il fatto che mi resti il dubbio è significativo. Ora il micione stravede per il mio uomo pur avendo passato intere notti a disturbarne il sonno, passandogli sulla testa o mordendogli i piedi da sopra le coperte, e facendo ogni sorta di fracasso pur di romperci le balle. Ora si limita a venire in mezzo a noi quando siamo sul divano o a letto. Della serie, ricordati sempre che la mamma è comunque mia. Il mio uomo pazienta e lo adora, e questo me lo rende di riflesso adorabile a sua volta (oltre a sopportare il fatto che il micio abbia una pagina su Facebook).
Diciamo che, di default, quasi tutti i maschi tendono a dire di preferire il cane. Ovvio. Il cane è più immediato, facile, obbediente, devoto. Tiri pallina - cane riporta pallina. Tiri pallina - gatto ci gioca -ehi, si diverte! - ri-tiri pallina - gatto ignora pallina. Un po' come con le donne, insomma, lo stesso comportamento può produrre due esiti diametralmente opposti anche in un brevissimo lasso di tempo. Forse l'uomo è già abbastanza seccato dall'incoerenza e incomprensibilità femminili senza doversi arrabattare anche con quelle di un peloso quadrupede. Sono quasi convinta che il famoso principe azzurro, prima della rielaborazione fiabesca, per arrivare alla fanciulla nella torre dovesse battersi non col drago, bensì col di lei gatto.

domenica 19 febbraio 2012

L'invidia è femmina?


Mia nonna diceva: ‘guardati dagli ignoranti e dagli invidiosi. I primi sono peggio dei malvagi, perché fanno danni e manco se ne accorgono; i secondi, ti avvelenano la vita’. Chi di noi, però, può dire di essere mai riuscito ad evitarla davvero, l’invidia, provandola o essendone oggetto? Purtroppo qualsiasi ragazza sa bene di cosa parlo, xchè noi fanciulle sembriamo vivere confrontandoci con le altre, e l’invidia nasce laddove il confronto ci sembra impari, e noi ne usciamo afflitte e frustrate. Riesco soltanto ora, a circa40anni, a farne un’analisi così benevola e magnanima: per tanto tempo l’ho subita con sofferenza, non sapendo perché mai certune dovessero invidiarmi. Soffrivo a vedere quelle che io credevo amiche allontanarsi da me xchè, ai loro occhi, magari potevo apparire più carina, o più intelligente, o più qualcos’altro  (mentre io mi sentivo ‘na sfigata). Come se l’amicizia non potesse sopravvivere con chi reputiamo avere o essere qualcosa di più di noi. Eppure anche io l’ho provata. Fortunatamente il tipo “buono”: un po’ come il colesterlolo HDL, insomma, anche l’invidia può essere “sana”. Io provavo invidia verso quelle amiche che vedevo felici, realizzate, con vite scandite dalle classiche tappe - matrimonio gravidanza ecc - mentre io… ero sempre ferma al pit stop.  Ma non volevo la loro infelicità, attenzione. Avrei soltanto voluto anch’io una fettina di felicità in più. E gioivo delle loro conquiste sperando, un giorno, di poter celebrare anche le mie. Mentre purtroppo,  troppo spesso l’invidia porta a comportamenti meschini.  Sul lavoro, poi, è fonte di conflitti e tiri bassi. Se hai un capo donna, le probabilità che la tua esistenza lavorativa sia un po’difficile già sono più alte (si sa, la competizione tra femmine è sempre lì, tangibile). Se poi lei ti vede come una possibile minaccia, o coglie in te aspetti e pregi che crede di non avere, sei fottuta. Invece di sfruttarli a vantaggio di un obiettivo comune, l’invidiosa trascorre gran parte del suo tempo a cercare di escogitare modi per metterti in cattiva luce, e svilire quello che fai, e rendere il tuo quotidiano un pochino più difficile del dovuto. È la storia del mondo, d’altra parte. La caccia alle streghe sarebbe finita in tempi alquanto brevi se non fossero state le donne stesse, magari spinte da invidia e ignoranza, ad accusare altre donne di stregoneria. L’invidia è il serpente biblico, ciò che ci ha sempre impedito di emanciparci, perché troppo occupate a guardare di sottecchi le altre e coglierle in fallo, intraprendendo misere faide tra di noi, invece di concentrarci su un fine ultimo comune. Infatti non a imputerei, superficialmente, solo all’insicurezza femminile. Credo pittosto derivi da una misoginia strisciante di matrice maschilista  che ci mette le une contro le altre. Quante volte, tradite da un uomo, le donne se la prendono con la rivale (soprattutto se più giovane o bella) – come se il maschio fosse mero oggetto passivo e inerme del concupire di costei? Quasi mai succede che due donne, entrambe convinte di essere “la compagna” di un uomo, quando scoprono il menage à trois si alleino e prendano a randellate il mentitore! Cercano invece di distruggere la rivale, scovandone difetti e mancanze. In una vecchia foto scattata da mio padre, il soggetto eravamo io bambina con mia madre e un’altra bimba, abbracciate e sorridenti. Ma nell’inquadratura, di lato, ce n’era una terza che ci osservava a braccia conserte, di sbieco. Quanta invidia nel suo sguardo. La foto fu scattata tanti anni fa e cristalizza un sentimento che questa bambina ha nutrito poi sempre. E mi serve da memento: se qualcuna ti invidia, non smetterà; cambieranno forse le ragioni che le fanno provare questo triste sentimento, ma tu per lei non sarai mai una vera amica, e tantomeno lei per te (dell’amicizia, bellissima, tra donne parlerò poi). Quindi, care circa40enni che mi leggete: se avete un’ “amica” che non perde occasione per criticarvi, o vi arrivano alle orecchie suoi commenti malevoli verso di voi, fate un favore a voi stesse: evitatela. Sul lavoro è più difficile, ma nel privato abbiamo il diritto sacrosanto ad essere felici, nevrotiche, belle, rifatte, affermate, oziose, single, accoppiate, senza temere di ferire l’autostima di nessun’altra.

lunedì 13 febbraio 2012

Serata Rimedio


Ci risiamo. Sembrava andare tutto bene… vi eravate persuase di aver superato quella storia là, di stare benone, di bastare a voi stesse. E invece arriva la sera in cui, non si sa come né perché, tra le mura di casa vostra vi sentite proprio di merda. Vi guardate allo specchio: anche se sapete che in quei momenti è meglio non farlo, perché troverete 12 capelli bianchi in più, 5 o 6 rughe che non c’erano, e sicuramente ciccia o flaccidume in abbondanza. Non temete, è una distorsione ottica dovuta ad un calo temporaneo di fiducia in noi stesse. Ergo, è ora di ricorrere AL RIMEDIO. Tutte le circa40enni devono averne uno. Parlo di qualcosa in grado di darci una bella scrollata. Evitiamo di attaccarci al telefono e tediare per ore le nostre amiche. Il Rimedio, quando lo troviamo, ci consente di mettere in  pratica il misterioso Consiglio da Magazine Femminile  “Impariamo a prenderci cura di noi stesse” e, se praticato con costanza, ci permette di tirar su la testa dalla melma DA SOLE.
Ecco il mio Rimedio: corsa di mezz’ora all’aperto – in solitudine (sono momenti di misantropia acuta), con l’ipod. Ma va bene qualsiasi tipo di attività fisica, basta sfogarsi e stancarsi.  A seguire: bagno (se avete la vasca) con musica in sottofondo, candele accese, calice di vino, ballistica di Lush e una manciata di sale grosso nell’acqua (o Sali da bagno), impacco di olio di mandorle ai capelli e maschera di yogurt e miele al viso; doccia (se avete la doccia) – idem come sopra ma ovviamente senza Sali da bagno(…). Dopo, prendetevi il tempo che vi occorre per tornare alla vita reale, risciacquatevi e massaggiatevi con una bella crema idratante.
Cena rigorosamente a base di qualcosa che adoriamo.. anche una schifezza, chevvefrega. Ricordate che è la Serata Rimedio! nel mio caso, Pizza Supertrancio di Eurospin accompagnata da birra gelata;  da consumarsi sul divano mentre si guarda qualcosa che ci piace e non faccia riemergere brutti pensieri (per me: CSI o SEX & THE CITY).
Infine, cariche di endorfine, andate a nanna presto. Se non avete ancora sonno, leggete. Leggere aiuta sempre, che sia una rivista, un libro, un manuale di cucina. Spegnete cellulari smartphones e ipads, lasciate che questa brutta giornata resti solo un inciampo nel vostro incedere abbastanza tranquillo… domani è un giorno diverso, e, parlo davvero per esperienza, tutto può succedere.

lunedì 6 febbraio 2012

toy-boy o toy-buoy?


Prima o poi avrei dovuto parlarne. Perchè è anche la mia storia, e posso fare riflessioni ‘reali’ su quello che i rotocalchi ci propinano come una tendenza delle star capricciose e ricche, annoiate da relazioni convenzionali, mentre io vedo come una realtà sempre più diffusa anche tra noi circa40enni ‘normali’. Mi riferisco alle storie d’amore tra donne della mia età, + o meno, e uomini più giovani. Detesto il termine toyboy, perché, almeno nel mio caso, è l’esatto contrario - Ho trovato in un giovane uomo di diversi anni più giovane una serietà, una concretezza e una voglia di fare ed amare che in tanti coetanei o uomini + grandi non vedevo più. Ormai le frequentazioni sembravano seguire percorsi comuni e tutti uguali, costellati di paure, strategie, diffidenza. Forse perché a circa40anni si frequentano uomini di 3 tipi: gli scapoli incalliti, pericolosissimi perché in fondo incapaci di portare avanti un rapporto vero e di crescita; i separati problematici, con vite arcicomplicate – magari incolpevoli, ma spesso inermi davanti a ricatti di ex mogli e figli e madri; e infine i neoseparati, che sembrano essersi ripigliati da un lungo sonno e, catapultati in un mondo popolato di giovani donne libere e/o disponibili, escono di senno, stile undicenni con mille euro rinchiusi in sala giochi. Magari trovano un videogame che preferiscono, ma la tentazione, nel frattempo, è di provarli tutti. Non so se anche per i maschietti sia lo stesso; a loro lascio i commenti qui di seguito. Comunque sia, per noi femminucce, vi assicuro, avere una storia come dio comanda a circa40anni è un bel casino.
E veniamo dunque all’incontro con un ragazzo di nemmeno 30 anni. Fortuito o esito naturale dopo anni di relazioni deludenti? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma, mentre l’uomo ha avuto da sempre relazioni con donne anche molto + giovani senza che nessuno avesse da ridire, per noi sembra l’ennesima condotta da giustificare. Si tende a pensare che l’uomo cerchi nella donna molto + giovane la leggerezza, la bellezza, e tramite lei voglia riaffermare la propria seduttività e carica erotica e sentirsi più giovane. E nessuno critica questa cosa. Per la donna credo sia diverso. Non vogliamo tanto la leggerezza (che troveremmo abbondantemente anche in un 60enne, volendo) ma la voglia di mettersi in gioco - cerchiamo forse una persona meno disillusa; e certamente il fatto che un uomo preferisca noi alle sue coetanee ci rende più sicure di noi stesse e, di riflesso, più seducenti. Eppure quando dici che frequenti uno di 9 anni + giovane ti guardano come una sessuomane agée ovviamente un po’ vacca. Pensa un po’. E io che credevo che dopo Demi Moore o Madonna non avremmo + dovuto sorbirci le batuttine del tipo ‘AAHHH, in cerca di carne fresca ehhhhh???’. Sarà. Io sorrido e annuisco, tanto è inutile spiegare che il mio uomo non è macinato di manzo, e che il termine toyboy mi fa solo venire in mente un tamagotchi.

giovedì 2 febbraio 2012

winter wonderland


Viste le eccezionali nevicate di questi ultimi giorni, non resisto. Devo per forza parlarne. So anche che questo post non incontrerà molta approvazione, perché il mio amore per il freddo e le giornate nevose è un amore incompreso e solitamente non condiviso. Capisco i disagi, ma io lavoro in una scuola e le scuole con questo tempo chiudono… quindi è ulteriore motivo di felicità, per me - e darò libero sfogo a pensieri ed impressioni… perché sono giornate magiche. Nevica ininterrottamente da 2 giorni, sono anni che non vedevo mezzo metro di neve in città. Messa la piccina (l’auto) in garage, mi sposto solo a piedi. Kilometri. Con calma, tanto arrivo dove voglio e col tempo necessario. In giro non c’è nessuno, le poche persone che incontri ti sorridono – è la solidarietà del popolo degli imbacuccati, una strana sintonia tra impavidi del freddo i cui movimenti goffi, le gote arrossate e gli occhi semichiusi rendono immediatamente simpatici gli uni con gli altri. Camminamenti improbabili si creano spontaneamente dove di solito non si potrebbe andare. Il piacere di vagare in mezzo alla strada imbiancata e deserta, il bianco assoluto che finalmente pulisce l’aria, le strade, le case. Gioisco insieme ai bimbi che, come me da piccola, hanno potuto assaporare la meraviglia di due giorni senza scuola a giocare nella neve e tornare in casa bagnati fradici, dove li attende una cioccolata calda. E poi gli animali: il mio gatto – in soggiorno temporaneo dai miei – oggi era in giardino mentre i miei spalavano la neve, mi ha vista arrivare, mi è corso incontro e si è strusciato contro quella che credeva una normale superficie bianca (come fa nelle porte) ma era neve e c’è rimasto parecchio male. I cani accompagnati dai loro stoicissimi padroni non sembrano capacitarsi dell’assenza di odori…’ma quindi posso fare la pipì ANCHE qui? E qui? E qui??’ e lasciano tante tracce gialline frettolose del loro passaggio.
La neve che cade non fa rumore ma, non so come – assorbe tutti gli altri. C’è silenzio, e profumo di pulito, e bellezza. I monumenti così familiari assumono contorni diversi – le statue sono buffamente caricaturali e le chiese ancor più solenni. Hanno chiuso le scuole, anticipato l’orario di chiusura dei centri commerciali, altrimenti sempre aperti. Ci vorrebbe una nevicata così ogni anno, per ricordarci che possiamo anche rallentare un attimo, andare ad un passo più lento per qualche giorno, è una pausa che la Società dei Consumi e della Produttività si prende da se stessa e che la Natura ci impone perché, forse, ci ricordiamo anche di lei e di noi, di come eravamo, di come saremmo.