martedì 31 gennaio 2012

appuntamenti da incubo- date nightmares


Spesso, tra amiche, parliamo di ciò che, al primo appuntamento, ci fa  inorridire. Mi sono fatta un’idea piuttosto  precisa dei comportamenti  maschili che suscitano in noi un irrefrenabile desiderio di  fuga… ma questa non vuole essere una Guida all’uso delle Circa40enni per Uomini Confusi… perché si sa, noi ragazze siamo volubili, e ciò che non ci piace in un uomo magicamente sembra funzionare in un altro…
Per andare sul sicuro, parlerei di dati macrospocici. Direi che il deterrente n.1 sia la mancanza di educazione. A 20 anni magari non ci fai caso, perché stordita dalle nuove emozioni che ti fanno apparire anche il peggiore dei buzzurri, purchè bellino,come un prince charming da sposare. A circa40… beh, è diverso. Inizi a prestare attenzione a cose come lo stare a tavola, il parlare senza magari sbagliare 3 congiuntivi, il trattenere la propra aerofagia… senza pretendere che uno ci apra la portiera dell’auto  o ci versi il vino o ci faccia sedere a favor di sala (è chieder troppo?!)… almeno che non ci metta in imbarazzo con racconti pecorecci la prima sera che lo vediamo, o maltrattando il cameriere, o che non giochi con l’iphone mentre gli raccontate di voi…
Altro tipo abbastanza detestabile è lo SBORONE, come si dice dalle mie parti. Di lui ho lungamente parlato nel post ‘Fenomenologia del fenomeno’ a cui vi rimando, se non è troppo disturbo… Lo Sborone Culinario, aggiungerei, è oltremodo fastidioso, perché alla continua autocelebrazione aggiunge l’onniscienza enogastronomica e ti fa fare delle figuracce col povero sommelier…
E come non citare Il Muto? Cioè colui che avete conosciuto brevemente un sera, magari in un locale, e che sembrava carino e spigliato tanto da chiedervi di uscire. Peccato che non aveste a disposizone un alcol test da borsetta… infatti la sera della fatidica prima uscita, svanito il coraggio alcolico, il poveretto si rivela PRIVO DI PAROLA, nonché di argomenti. Terribile.
Un’altra cosa che ci urta è se dopo una serata relativamente carina, ma senza forti emozioni, né sguardi complici o frasi allusive… il tipo ci salta addosso e ci ritroviamo Polpo Paul al posto del nostro prima morigerato cavaliere. No, perché pare ancora ampliamente diffusa l’idea che se uno ti invita a cena e tu accetti, poi si offre di pagare e tu accetti, sia una sorta di anticipo sulle prestazioni successive… scusate, allora evitiamo la cena e chiedeteci direttamente di affittare una camera in motel, no? O credete realmente che il corteggiamento e la conquista si esauriscano dopo mezza serata insieme? Altra cosa: non è che con pizza e birra vi prenotiate un linguino, con vino e bistecca una toccata di tette e con sushi e champagne la Palla in Porta: non siamo registratori di cassa e NON CAMBIA UNA CIPPA, capito???

venerdì 27 gennaio 2012

Handle with care


Beh, ho giocato un po’ con le parole… ‘handle with care’ significa ‘maneggiare con cura’ ma ‘handle’ in inglese vuole dire anche ‘maniglia’… e infatti qui parlerò del mio debole x le maniglie dell’amore negli uomini. Il mio ideale maschile, infatti, si discosta molto dall’uomo perfetto-palestrato-muscoloso (e tra parentesi: aborro i depilati). Trovo che le imperfezioni, se portate con disinvoltura e un po’ di autoironia, siano assolutamente sexy. Quanto è attraente un uomo che sa prendersi in giro e ironizza sulla propria pancetta rispetto ad uno che conta le calorie di ogni portata…!  A pensarci bene, l’uomo rotondetto è sempre stato un mio debole. Fin da piccola, preferivo bud spencer a terence hill, ad esempio. Due estati fa, in una delle spiagge più frequentate del Salento, ricordo che tra tutti quei palestrati-abbronzati-tatuati-piercing giusto-occhiale trendy, ma tutti uguali, il mio sguardo si soffermò su un tipo con un bel panzotto che però si muoveva benissimo, alla Jim Belushi per capirci, del tutto indifferente alla sua non conformità con i cloni tartarugati che lo circondavano!  E in effetti i miei più grandi amori, compreso quello attuale, sono sempre stati un po’ sovrappeso…  non so, la pancetta mi fa pensare che il maschio in questione sia un godereccio, ami la buona tavola e il buon vino, e dunque partiamo decisamente bene. E, da magra, mi sento protetta da un un uomo  robustello. Altra cosa: spesso, Il sapere di non avere esattamente un fisico da ‘tronista di uomini e donne’ solitamente lo rende meno borioso, e anche più avvezzo ad essere indulgente coi difetti fisici altrui, femmine comprese. E poi l’abbraccio di un uomo col panzetto è molto più morbido e accogliente rispetto ad uno che ti lascia l’impronta dei suoi addominali. Francamente ci sono state anche delle eccezioni – rimando al post sul trombamico – ma io parlo di uomini di cui sono stata e sono innamorata e per i quali l’attrazione supera le prime fasi di corteggiamento o la frequantazione sporadica. Evidentemente, come in certe culture africane, la ciccia per me è garanzia di prosperità.

lunedì 23 gennaio 2012

viaggio..dunque sono


Il bello di essere una circa40enne senza grandi impegni famigliari è la libertà. Libertà di fare un sacco di cose, ma oggi vorrei riflettere in particolare sulla libertà di movimento. Rispetto ai nostri avi, illustri viaggiatori, noi ci spostiamo non perché attratti dall’ignoto (su, c’è internet…); né, se escludiamo alcuni casi, perché in cerca di un’altra vita; la nostra idea di viaggio si discosta pure da quella romantica di viaggio come fonte di ispirazione; viviamo nell’era del VILLAGGIOVACANZE, dei VOLI LOW COST  e di tutto alla portata di un click. Mete così sconosciute non ce ne sono più, e solitamente, chiunque può permettersi un viaggetto all’anno, ormai. Senza per forza puntare su mete esotiche, località alla moda, resort costosi, è importante muoversi, e io sono una grandissima sostenitrice della funzione edonistico-didattica-rilassante del viaggio – serve a staccare la spina, scoprire cose nuove, vedere facce che non siano le solite (sì, vabbè, se non vai a formentera), insomma rigenerarsi. Non dico nulla di nuovo, ma sarebbe troppo semplice e non avrei aperto un post. Ecco.. va bene il viaggio, ma il mio consiglio a tutti i circa40enni in crisi, o ad un bivio, o in fase di stallo è di fare almeno un viaggio IN SOLITARIA. Viaggiare da soli assume un carattere diverso, più profondo, terapeutico e di crescita. Ci porta a capire meglio chi siamo, a metterci alla prova e superare i nostri limiti. Quando la mia prima storia importante finì, sono saltata su un aereo diretto in venezuela, a trovare mio cugino. Un viaggio difficile che mi ha fatto superare la paura di volare (per forza: avete mai volato con Condor airlines???). Quando la seconda storia importante finì ( e dai), ho ripreso un aereo e sono andata da sola a new york, che mi ha accolta nel suo abbraccio di luci, facce e sesazioni da set cinemanografico. In quell’ occasione capii che riuscivo a stare da sola, che avevo un tratto di sana incoscienza che mi metteva nei casini, ma anche la lucidità per superarli. E poi, Bruges, volo e hotel low cost, unica – dico U-NI-CA- single in una delle città più romantiche d’europa. Scelta genialoide ma temprante. E ancora, otranto in club med, anima oziosa tra gente festaiola, toscana, tunisia tra 18enni maniaci della tecno-house... Vedete, io non sono affatto una solitaria, e proprio x questo è stata dura l'esser costretta a scegliere tra stare a casa o andare via da sola. Ho scommesso sulla seconda opzione, e ne sono felice. A volte ci sottovalutiamo, o ci facciamo bloccare dal timore di affrontare cose nuove, perchè magari siamo abituati ad avere un partner /un amico/ un gruppo che ci accompagna.  Eppure si può iniziare con una cosa facile, un giro al mare o in montagna che preveda un pernottamento, mica dovete x forza fare come la sottoscritta, che si è trovata sola a caracas col suo bel faccino a litigare con l’hostess perché facesse spegnere i cellulari ai passeggeri... e non  troviamo la scusa del budget. quando ero in bolletta dura mi sono accontentata di giretti poco cari o che non prevedessero una maggiorazione enorme per camere singole.  Una volta superato lo scoglio della prima cena da soli (non vale se siete agenti di commercio o export manager!) vedrete che è tutto in discesa. Non poter condividere le emozioni con qualcuno è frustrante,  ma ci spinge a parlare a noi stessi, a chiederci a che punto siamo, a guardare le cose senza dover per forza darne un’opinione lì per lì... significa darsi una mossa e superare le timidezze, risolvere gli imprevisti, dover chiedere/ri-chiedere informazioni , imparare l’arte dell’invisibilità quando è necessario e della furbizia quando è utile. E scoprire la bellezza in cose che agli altri magari sfuggono, ma tu sei con te stesso, e vedi di più, e ti soffermi. Può essere un golden retriever che aiuta l’anziano padrone a fare giardinaggio, o la città semideserta la mattina presto, un tuffo in piscina alle 9 quando tutti dormono perché hanno ballato fino all’alba, o un papero che becchetta le briciole al bar invece del normale piccione. Se vi sorprendete a sorridere e cogliete sguardi perplessi intorno a voi, ma ve ne sbattete tranquillamente le balle, potete dire che il viaggio ha funzionato e tornerete a casa con qualcosa… che non è la solita t-shirt o cappellino- è un pezzettino di VOI STESSI in più.


domenica 22 gennaio 2012

donne e motori...


… ho un rapporto ‘da vera donna’ con la mia auto. Ce l’ho dal 2000, è una Yaris grigio metallizzato, di quelle che fecero il budget decennale della Toyota e la rovina dei meccanici. Sì perché io non l’ho mai portata dal meccanico se non x i tagliandi, i primi 2-3 anni (necessari per la garanzia) e per la revisione ogni 2 anni, solo perché si dice sia obbligatoria.  tanto lei sta sempre bene. Benché io abbia il garage, lei dorme fuori, a +40° come a -10°. Un mio ex moroso molto premuroso o forse solo preoccupato per la mia incolumità mi cambiò i 4 pneumatici, e i tappetini, e i tergicristalli, la fece lavare fuori e dentro… era il 2006. Mi sono decisa a sostituire i tergicristalli quest’anno ma solo perché ci ha pensato il mio moroso attuale. La piccola nel frattempo ha pure avuto 1 brutto incidente, 2 furti dell’antenna, una perdita di un cerchione, varie ammaccaturine, una strisciata a una fiancata causa sbandamento in autostrada (pneumatici lisci?? Ma che dite??) ed è sempre lì, perfetta. Sono convinta che di notte si autoripari, dalla paura che io la voglia sostituire. Si è autoaggiustata la chiusura centralizzata già un paio di volte, e gli alzavetri elettrici. Non ho mai cambiato una lampadina e solo lo scorso anno ho ricaricato il gas dell’aria condizionata perché evidentemente non si autorigenerava +. Resto in riserva continuamente, per giorni, e cambio l’olio ogni 2 anni. Vede l’autolavaggio solo quando iniziano a crescere cose muschiate in giro. Quando mi dicono che ormai sarebbe ora di prenderne una nuova…non so, mi si attorcigliano le budella!! Come posso tradire la fiducia di tale fedele compagna dei miei viaggi in lungo e in largo?? dite che la sto antropoformizzando? Assolutamente no!! Però chiudo in fretta questo post, perché se per caso lei se ne accorge, domani mi sa che mi lascia a piedi con la batteria.

giovedì 19 gennaio 2012

Friends with benefits


Parlerò oggi del trombamico. Argomento trito e ritrito? Me ne infischio. In fondo questo è il mio, di blog, e non ne ho ancora parlato. Dunque dicevamo… il trombamico. Questa meravigliosa figura che, per l’importanza che in certi momenti della nostra vita riveste, dovrebbe essere iscritta ad un albo, come uno psicoterapeuta o un fisioterapista. Nei momenti di vita da single consiglio a tutte di trovarsene uno. Ovviamente lo stesso vale x i maschietti. Non esistendo, ahimè, ancora una categoria sulle pagine gialle, bisogna avere l’occasione di trovare la persona giusta, come del resto accade per l’amore. Perché vedete, il trombamico puro ha delle caratteristiche imprescindibili:
  1.  Deve attrarti molto a livello fisico;
  2.  Deve essere presente ma mai invadente;
  3. All’occorrenza ti ascolta e magari sa pure consigliarti;
  4. Non giudica né il tuo aspetto fisico né la tua condotta: gli vai bene così (basta fare sesso).
  5. Deve piacerti, ma non troppo: perché da ‘friends with benefits’ vi tramutereste in ‘friends with expectations’ e non va bene.
  6. Deve accrescere la tua autostima e non minarla: quando sei con lui sei talmente a tuo agio che ogni paranoia scompare.
  7. Accetta se vi allontanate per un po’,  quando iniziate una storia fissa. Ma se la storia finisce e lui è libero, sarà ben lieto di accogliervi tra le sue braccia;
  8. Un trombamico è geloso solo di un altro trombamico; quindi è sconsigliabile averne + di uno alla volta.  Anche perché in linea teorica, se fisicamente siete appagate e sentimentalmente non avete inquietudini o aspettative, non sentite affatto il bisogno di un’integrazione.
  9. Quando incontrate Lui, il trombamico deve sparire: stop a sms, telefonate, incontri.  Salvo fine della storia (vedi punto 6)
  10. Il trombamico difficilmente si tramuta in fidanzato. E se è un vero trombamico, non ve ne importa proprio una cippa.
Quindi amiche circa40enni single… cosa aspettate? In giro ci sarà pure qualcuno con queste caratteristiche… magari lo conoscete già. Siate oneste con voi stesse per prima cosa, e se sentite che potete accettare una storia di questo tipo senza alcun rimorso o tentennamento, buttatevi. Che non vuol mica dire ‘buttatevi via’, è l’esatto contrario: chi trova un trombamico, come un amico, trova un tesoro.

lunedì 16 gennaio 2012

epifania


No, non parlerò dell’ormai bella-e-che-andata festa della Befana. Ma di epifania in senso letterale, ovvero di apparizione manifesta, di rivelazione. Cioè del momento in cui ci si rende conto in modo definitivo di qualcosa. Nello specifico, che qualcosa è cambiato in noi. Che quello con cui, in una qualche forma, potevamo convivere, o che fino a pochi istanti fa riuscivamo a tollerare, non è ulteriormente sopportabile. Non so come avvenga. Forse quando si tocca il fondo? (A meno che il nostro masochismo non ci induca ad iniziare a scavare, toccare il fondo dovrebbe rappresentare il primo gradino della risalita). O forse quando capiamo di valere qualcosa di più di ciò che la situazione, o la persona, in causa ci fa percepire? Oppure ancora: quando la percezione di noi non passa + attraverso quella di qualcun altro?  Comunque sia, credo che avvenga non troppo presto nella nostra vita. Almeno, non nei 20 anni. Di solito le mazziate adolescenziali ci consumano ma non comportano rivoluzioni copernicane. Mentre forse dopo i 30 qualcosa inizia a sedimentare. Le delusioni tendono ad accumularsi, e ci rendono + duri o disillusi. Il momento dell’epifania è quando il sedimento ha assunto proporzioni degne di un’era geologica e capiamo che di certe situazioni ci siamo rotti il belin – e a me è successo quasi all’improvviso,  sì, è capitato come ad una diga che aveva un microforellino che ad un certo punto diviene un’enorme falla, e si rompe, e l’acqua travolge tutto. L’epifania avviene, dicevo, intorno alla nostra età e non è un caso che tanti circa40enni combinino così enormi cazzate. Perché, nell’entusiasmo dell’illuminazione, della presa di coscienza, scombinano la propria vita e mandano a farsi fottere anche cose che magari male male poi non erano, ma che capitano essere lì, come quei paesini sfigati ai piedi della diga in questione, giusto per restare in metafora. Però non sempre è un male. Io, ad esempio, ho vissuto 2 epifanie: una alcuni anni fa, in materia di conoscenze opportunistiche che per anni avevo scambiato per amicizie. E' stata meno violenta, ma ha donato contorni diversi alla mia vita, come una città quando si accendono le luminarie natalizie. La seconda lo scorso anno. Ho capito che ero stufa della tipologia di maschio che fino a poco prima avevo frequentato. Sindrome da crocerossina? Via. Sindrome da Terence? Via. Maschio alfa? Uff. maschio vanesio? Ri-Uff. maschio-figa? Stra-uff. Un giorno ho capito che il mio accanirmi nel voler cambiare uomini così proprio non aveva senso, e che la mia ‘singletudine’ era, in fondo, paura di mettersi in gioco alla pari. Davvero volevo perdere altro tempo? O forse cambiando l’idea di me stessa sarebbe cambiato qualcosa? E così un giorno stavo tornando a casa dopo una serata lofissima. In compagnia di un uomo di niente, pieno di sé al punto che io avevo uno spaziettino microbico. E stavo guidando, e avevo l’amaro in bocca. E mi sono detta: eccheccazzo (sì quando sono un po’ adirata divento scurrile, chiedo venia), dicevo, e che cazzo. E da questa meravigliosa imprecazione l’epifania. Dopo pochi mesi un incontro davvero importante...

domenica 15 gennaio 2012

fenomenologia del fenomeno

parlando cun un'amica, mi è venuto in mente di affrontare un argomento caro a molte noi circa40enni. e cioè: l'incontro con l'uomo- fenomeno. questa specie maschile, purtroppo molto diffusa, si contraddistingue per alcuni tratti inconfondibili.
- propensione a parlare lungamente di sé; all'uomo-fenomeno interessa assai poco di voi donzelle, che altro non siete per lui che una sorta di mere ascoltatrici, o meglio lo specchio d'acqua di narciso, utile solo per riflettere i suoi numerosi pregi;
- tendenza ad esagerare; nei regali, negli inviti a cena, nei racconti di vita. l'uomo-fenomeno, nella fase di corteggiamento, si comporta esattamente come il pennuto qui illustrato, quindi tende a sedurre facendo ampio sfoggio dei suoi beni e delle sue possibilità materiali.
- scarsa attenzione al vostro essere: raramente all'uomo-fenomeno interessa chi siate davvero, cosa vi possa interessare realmente o cosa vi possa turbare. idem il vostro passato,e non per discrezione, ma perchè è troppo noioso, per lui, stare ad ascoltare altri che non se stesso.
- autocelebratività sessuale: l'uomo-fenomeno racconta di grandi capacità amatorie, di donne impazzite per la sua prestanza, salvo poi, all'atto pratico, rivelarsi disattento, poco generoso e tecnicamente assai scarso. questo xchè si impara a fare bene l'amore ascoltando le parner, mentre lui è convinto di avere già un master e non necessitare di nessuna ripetizione.
- assoluta ottusità: l'uomo fenomeno è incapace di capire che vi siete rotte le palle di vederlo fare continuamente la sua bella coda. quindi se vi fate di nebbia, vi tempesterà di chiamate. se gli parlate chiaramente, crederà che in fondo volete solo metterlo alla prova. se lo mandate a stendere, crede sia una tattica diversa di seduzione. quindi, finchè non troverà un altro contraltare alla sua spocchia, sappiate che l'uomo-fenomeno vi resterà attaccato come una patella allo scoglio.
se vi siete riconosciuti in questa tipologia di maschio, allora sappiate che a molte di noi circa40enni tutte le vostre minchiate interessano poco: vi consiglio di trovarvi una 20enne ancora molto sensibile alle apparenze glamorous e facilmente catturabile con un paio di cene e regali. (ovviamente ci sono numerose eccezioni). se invece vi siete fissati su una circa40enne, magari un po' cinica ma ancora piena di aspettative e voglia di stare bene, allora cercate un approccio diverso, ogni tanto imponetevi di starla ad ascoltare, magari che so, è una vegetariana convinta e quindi se la portate a cena nella steak-house + chic della città vi odierà a vita. se vi dice che non vi vuole + vedere, beh, fidatevi, E' PROPRIO COSI'!! improbabile? beh, lo era anche il fallimento della Lehman Brothers... può capitare anche a voi, no???

venerdì 13 gennaio 2012

l'uscita-tipo di noi circa40? francamente non riesco ad identificarla. cioè, ad alcuni di noi, e parlo della mia cerchia di amici, piace il rito edonistico-low-cost dell'aperitivo. nella mia città ci sono un sacco di posticini carini, ma alla fine sono i soliti dove andiamo... e questo perchè ogniqualvolta ci si avventura in locali diversi, rischiamo di imbatterci in folle di studenti universitari trincanti  birra che ci fanno sentire un po agés... altra cosa. noto che col tempo, alla birra si tende a preferire un buon vino. al cocktail cheap qualcosa di più forte (ma di questo avrò modo di parlare in un post dedicato...). e le bollicine con la loro ruffianaggine annaffiano trionfali quintalate di stuzzichini- così, già sazi ma non appagati, ci apprestiamo ad iniziare quella che è la seconda parte della serata, ovvero la cena. sì, perche noi emiliani AMIAMO andare furi a cena. noi modenesi addirittura siamo MANIACI dell'andare fuori a cena. talvolta ci scappano anche cene a casa di qualcuno (spesso casa mia...). e comunque il nostro gruppo ne fa una sorta di must. chiacchieri, ridi, bevi, mangi. e ormai nei locali, quelli con musica assordante-cibo scadente-alcolici ancor + scadenti- non mettiamo quasi più piede. eppure... eppure, quelle poche volte che finisco la serata nei cosiddetti risto-pub (ma come si chiamano? ristopub? ristodisco?) mi sorprende vedere quanti miei coetanei (e oltre..) frequentano ancora questi posti. quindi è evidente che - almeno nella mia città- se esistono locali di questo tipo, i circa40enni ci vanno. ed è curioso assistere alle dinamiche di corteggiamento... le over40enni ormai hanno superato le insicurezze dei 20-30 anni e se ne sbattono bellamente le balle, anzi sfoderano tutte le armi che posseggono e partono all'attacco. le circa40enni non sanno decidersi se è ancora tempo di tirarsela o visto l'andazzo meglio darsi da fare... e gli ometti? beh, qui da noi sono più smarriti che mai. sembrano costantemente pensare: 'bicchiere in mano? ok ce l'ho. iphone visibile? ok eccolo. sguardo finto distratto? ok fatto.' e manco x l'anima di mio zio gino attaccano bottone... risultato: le 30enni restano nel loro brodo, le quasi40enni si guardano attorno indecise sul da farsi, e le over40enni ci fottono tutte e ZAC! beccano il maschio "self-conscious" di turno che è ancora troppo preso dall'app del suo phone per capire cosa stia succedendo...